La Ballata dei Briganti per la Festa della Musica a Solopaca dal 19 al 21 giugno 2022

La Ballata dei Briganti, storica manifestazione della Pro Loco Solopaca che quest’anno giunge alla sua settima edizione, coincide con la 28° edizione della Festa della Musica, evento musicale che si tiene il 21 giugno di ogni anno per celebrare il solstizio d’estate in più di 120 nazioni in tutto il mondo.

La tre giorni al Palazzo Ducale di Solopaca prevede diversi momenti:

domenica 19 giugno a partire dalle ore 10:00 ci saranno visite guidate al centro storico con apertura di un antico frantoio oleario situato in un palazzo storico. Alle ore 21:00 ci sarà la proiezione del documentario “Vento di Terra” sulla figura di Enzo Matarazzo, musicista frassese ma di origini solopachesi scomparso qualche anno fa. A seguire ci sarà il concerto dei Moifà, gruppo di musica popolare “contaminato” dall’inserimento di strumenti moderni quali batteria, basso elettrico, sax ed altri. Il nome del gruppo deriva da un antichissimo canto popolare che i pastori frassesi intonavano davanti ai grandi falò, chiamati Maio, che accendevano in onore di San Michele Arcangelo la notte tra il 7 e l’8 maggio.

Lunedì 20 giugno ci sarà, nell’ambito della rassegna calici di cultura, il convegno dal titolo “I briganti nella storia e nella leggenda” in cui il fenomeno brigantaggio sarà approfondito dal punto di vista antropologico con il Prof. Giovanni De Vita, docente di antropologia culturale presso l’Università di Cassino. Per l’occasione sarà presentato anche il libro di Francesco Mastriani “Cosimo Giordano e la sua banda” alla cui stesura ha collaborato Salvatore D’Onofrio. La serata proseguirà con la proiezione del film “O Re” di Luigi Magni, film che racconta i primi anni dell’esilio di Francesco II di Borbone.

Martedì 21 giugno, sempre per la Festa della Musica, la Ballata dei Briganti vede una bella collaborazione con l’Istituto Comprensivo di Telese e Solopaca che metterà in scena un poemetto pubblicato nel XVIII secolo sulle gesta del brigante Antonio Di Santo. Gli alunni della scuola secondaria di primo grado con l’orchestra e il coro dell’istituto, coro di cui fanno parte anche gli alunni della scuola primaria, faranno rivivere il brigante solopachese entrato nella leggenda con le sue imprese.

Un programma articolato che spazia dalla musica allo spettacolo teatrale, senza trascurare il momento culturale e di studio sul fenomeno del brigantaggio”, spiega il presidente della Pro Loco Antonio Iadonisi. “La manifestazione non è una celebrazione del brigantaggio, ma una vera e propria rievocazione storica”.

Nel Mezzogiorno il fenomeno è stato tutt’altro che un episodio di criminalità, assurgendo invece ad alto valore politico già durante la rivoluzione napoletana del 1799 quando orde di briganti furono inquadrate dai partigiani della caduta dinastia borbonica al seguito del card. Ruffo, del quale facilitarono o prepararono la marcia trionfale dal fondo delle Calabrie a Napoli. Ristabilitisi nuovamente i Francesi nel Regno di Napoli (1806-1815), i briganti furono sostenuti dal governo inglese e dai Borbone per destabilizzare il governo napoleonico: soldati disertori, fuggitivi di galera, grassatori di pubbliche strade e ladri volgari, con rapine, vendette, violenze, non mancarono di tenere in profonda perturbazione gli animi delle popolazioni. In seguito all’Unità d’Italia i Borbone – soprattutto Francesco II, ultimo re delle Due Sicilie (1859-1861) – appoggiavano tale movimento di rivolta verso il nuovo Stato Unitario, fornendo ai briganti denaro e armi proprio come aveva fatto nel 1799 Ferdinando IV di Borbone, profugo e sconfitto, incitando e sobillando le turbe plebee contro i giacobini.

I briganti assalivano carceri, saccheggiavano le fattorie dei grandi proprietari terrieri per poi ritirarsi in montagna. Lo Stato italiano combatté il brigantaggio dal 1860 al 1865 con l’intervento dell’esercito che represse duramente i briganti e le loro famiglie.

Solopaca fu molto interessata dal fenomeno: infatti, in questo paese possiamo trovare numerose caverne e le fitte boscaglie del Taburno-Camposauro, che potevano ben ospitare i briganti. In questo periodo, e per questo motivo, nella zona c’era un continuo via vai di ufficiali e soldati per la presenza di questi malviventi.

 

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